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lunedì 31 ottobre 2011

Lancia Stratos HF






Nella versione definitiva, sia il motore che la trasmissione furono quelli della Ferrari Dino 246, la Stratos (o, forse più correttamente "Strato's", ad una attenta lettura del nome sul logo) veniva commercializzata col marchio Ferrari impresso sulla testata del sei cilindri, ed essi, abbinati ad un telaio monoscocca centrale in acciaio, resero la Stratos un'auto sportiva eccezionale. La lenta attività di produzione nello stabilimento Bertone di Grugliasco (TO) costrinse la Stratos a gareggiare come Gruppo 5 finché non venne raggiunta la quantità di esemplari prodotti richiesta per l'omologazione in Gruppo 4. In merito, nella dichiarazione a firma di Cesare Fiorio, si afferma che al 23 di luglio del 1974 ne siano stati costruiti 500 esemplari. La veridicità di tale affermazione è stata messa in dubbio da molti; d'altra parte, 17 mesi dopo la soglia minima venne abbassata a 400 esemplari, rendendo così inutile ogni polemica. Conclusa comunque la prima produzione in serie, venne schierata in gara nei rally nel consueto Gruppo 4 e fu per anni l'auto da battere: nelle stagioni 1974, 1975 e 1976 diventò Campione del Mondo Rally; ebbe inoltre molti altri successi di prestigio a livello europeo e nei singoli campionati nazionali tra i quali, ovviamente, quello Italiano.
L'esordio in gara avvenne nel 1972 al Tour de Corse, dove fu affidata al miglior pilota allora disponibile, il "Drago" Sandro Munari, e dove dovette ritirarsi per la rottura delle sospensioni posteriori. Ottenne il suo primo successo l'otto settembre del 1973 al Rally Firestone di Spagna nel 1973 con Sandro Munari e Mario Mannucci]. Ad oggi gli unici rally mondiali che mancano nel palmares della Stratos sono Rally RAC e il Safari Rally, dove nel 1975 Munari arrivò solo secondo. In tutte le altre gare, solo successi.
Nonostante la Stratos continuasse ad essere un'auto vincente senza rivali, il gruppo Fiat smise di utilizzarla come vettura ufficiale nel Mondiale Rally nel 1977 per rimpiazzarla con la Fiat 131 Abarth Rally: una scelta evidentemente commerciale per promuovere l'immagine del nuovo modello di Mirafiori per le famiglie. La Stratos comunque continuò a gareggiare e a vincere, anche se non più con la livrea ufficiale (se così si può dire, dato che non è mai stata schierata con una livrea uffiale Lancia, ma sempre con i colori di sponsor privati) fino al 1982, anno di scadenza dell'omologazione.
Dopo l'adozione della Fiat 131 da parte della squadra corse del gruppo Fiat, furono prodotti ancora altri due esemplari appositamente allestiti per gareggiare come Gruppo 5 Turbo, uno dei due esemplari fu completamente distrutto in un incendio in pista a Zeltweg, l'altro vinse il Giro Automobilistico d'Italia nel 1976, prima di essere spedita in Giappone per partecipare ad un campionato per vetture Silhouette al quale non prese mai parte ed entrò nella collezione Matsuda. Attualmente fa parte della collezione di Chris Hrabalek, il più grande collezionista di Stratos nel mondo, insieme ad altri dieci pezzi unici, inclusa quella del 1977 per il Safari Rally. L'esiguo numero di esemplari costruiti ed il fatto che l'auto fu utilizzata in ogni tipo di gara (persino nei rallycross certamenti inadatti ad un'automobile da collezione) sino a quando è stato possibile, la rende infatti uno dei modelli più ricercati dai collezionisti di tutto il mondo.
Il 22 dicembre del 2008 muore Pierugo Gobbato, uno dei "padri" della Stratos e direttore della collaborazione fra Bertone e Lancia] Era figlio dell’ing. Ugo Gobbato (1888-1945), che diresse l’Alfa Romeo impedendo ai nazisti di trasferire la casa automobilistica e i suoi materiali in Germania.

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